“Non smetteremo mai di esplorare, e alla fine di tutto il nostro esplorare ritorneremo al punto da cui siamo partiti e conosceremo quel posto per la prima volta.”
(T.S. Eliot)
La Psicoterapia familiare, sistemico-relazionale, è un modello di intervento terapeutico, sorto negli Stati Uniti intorno agli anni 50, si basa fondamentalmente sui due modelli teorici da cui prende il nome: quello relazionale e quello sistemico, dove oggetto principale di osservazione e di intervento non è più il singolo individuo ma la relazione tra gli individui in un determinato contesto.
Quindi, viene privilegiata come unità primaria di trattamento la famiglia, vista come sistema esperienziale all’interno del quale i sintomi, presentati da un soggetto considerato il “paziente designato”, assumono un significato preciso nel funzionamento relazionale del gruppo di persone che ne fanno parte, ed esprimono le difficoltà dell’intero gruppo familiare.
I conflitti che, in alcuni momenti del ciclo vitale della famiglia (nascite, separazioni, perdite, lutti,ecc.), possono sorgere e creare delle tensioni emotive, vengono di solito vissute in termini drammatici dal soggetto portatore del sintomo che, agendo come un regolatore omeostatico, distoglie i membri della famiglia dall’affrontare in modo manifesto le proprie difficoltà relazionali e, accentrando su di sé tutte le preoccupazioni, ripristina una sorta di stabilità familiare, esprimendo e contemporaneamente deviando le tensioni familiari. In questo modo il sintomo diventa funzionale al contesto familiare.
Il paziente, allora, non è colui che subisce ed esibisce un sintomo, ma, paradossalmente, è esso stesso un sintomo, che esprime,anche a nome degli altri membri della famiglia, un malessere che si ricollega a un’ organizzazione disfunzionale del sistema nella sua totalità.
La psicoterapia familiare è rivolta a tutti i membri della stessa famiglia ed ha come scopo quello di capire, con l’aiuto del terapeuta, come la storia delle relazioni possa aver portato ad una situazione di impasse, di sofferenza ed eventualmente alla presenza di un sintomo in uno dei suoi membri.
Il terapeuta non considera il singolo individuo come “malato” e gli altri “sani”, ma considera tutti i membri come appartenenti allo stesso sistema all’interno del quale si strutturano le diverse personalità. Allora, il sintomo, manifestato dal paziente designato, acquista un significato e una specifica funzione, all’interno delle relazioni familiari.
Con la terapia si favorisce la possibilità di trovare nuove e più funzionali modalità di ascolto reciproco e di espressione dei bisogni personali. L’intervento terapeutico ha come scopo , sia la soluzione del problema, o del conflitto, presentato dalla famiglia, che il benessere psicofisico di ciascun suo membro, favorendo un incremento della differenziazione del sé rispetto agli altri.
La terapia familiare, sistemico relazionale, è un trattamento consigliato per:
– Disturbi alimentari psicogeni (anoressia e bulimia);
– Disturbi d’ansia e del tono dell’umore;
– Fobie;
– Disturbi dell’infanzia (autismo, disturbi del comportamento, fobie, enuresi , disturbi dell’apprendimento ecc.);
– Disturbi dell’adolescenza ( problemi di socializzazione, tossicodipendenze, psicosi, disordini alimentari, ecc.);
– L’intero nucleo familiare, quando attraversa un periodo di crisi e sofferenza per alcuni motivi come ad esempio una separazione, un lutto, difficoltà economiche o lavorative ecc;
– Consulenze familiari con minori in adozione o affidamento;
– Famiglie multiculturali;
– Consulenze a Coppie in attesa di adozione;
“Non hai avuto modo di scegliere i genitori che ti sei trovato, ma hai modo di poter scegliere quale genitore potrai essere.”
(Marian Wright Edelman)