e che i venti dei cieli danzino sempre in mezzo a voi.
Amatevi l’un l’altro, ma non fatene una prigione, dell’amore:
e ci sia piuttosto un mare mosso tra le rive delle vostre anime.
Riempitevi a vicenda i bicchieri, ma non bevete mai da uno solo.
Ognuno dia all’altro del proprio pane, ma non mangiate mai dalla stessa pagnotta.
Cantate e ballate insieme e state allegri, ma lasciate
Che ognuno di voi possa star solo,
come sole sono le corde del liuto, anche se vibrano insieme della stessa musica.
Datevi i cuori, ma l’uno non sia rifugio all’altro,
perché soltanto la mano della vita può contenere i vostri cuori.
E state insieme, ma non troppo vicini:
perché le colonne del tempio stanno separate,
e la quercia e il cipresso non crescono mai l’una all’ombra dell’altro”
Kahlil Gibran
(Il Profeta)
In Italia, più che negli altri paesi europei, le coppie difficilmente si rivolgono allo psicologo e, quando lo fanno, la crisi è molto profonda , il conflitto molto acceso e accade che una serie di aspettative non vengano di fatto corrisposte, innescando profondi vissuti di delusione e disillusione determinando nel tempo un aumento del divario tra matrimonio immaginato e matrimonio reale.
I fattori che portano alla crisi della coppia sono molteplici e possono sorgere in tutte le fasi del ciclo vitale della coppia. Quando ciò accade, le coppie, di solito, hanno difficoltà a esprimere le differenze per una paura catastrofica che il conflitto aumenterà , con conseguente rottura del matrimonio.
Allora si assiste, nella pratica clinica, a coppie che pur vivendo in questo modo non riescono a modificarsi e, quel che è più tremendo, neppure a liberarsi e riscattarsi, trovandosi spesso in una situazione di stallo: dove non riescono a stare bene insieme ma neppure a separarsi. Relazioni spesso dolorosamente sperimentate in assenza di una reale consapevolezza.
Nella coppia, ciascuno dei partner importa una serie di fantasie, desideri, angosce, che appartengono al suo mondo interno ma la cui provenienza è anche di carattere transgenerazionale . Tale copione interno si interseca dinamicamente con quello del coniuge generando una combinazione delle rispettive trame narrative e mitologiche.
Ecco che allora siamo di fronte ad un incastro di coppia che da vita nel legame, ad una sorta di contratto, che disegna la relazione, ma che abbatte anche i confini dell’Io. Tutto si confonde, non si capisce più la provenienza e l’appartenenza dei bisogni emotivi, se il coniuge è ciò che è necessario che sia o se è altro da Sè.
Tutte le coppie stipulano un contratto la cui caratteristica è quella di somigliare a un iceberg, in cui la parte emersa è costituita da norme esplicite ed accordi consapevoli e la parte sommersa è formata da vincoli non consapevoli di natura affettivo-emotiva, che riguardano principalmente la necessità di convalidare una specifica immagine di sé e di soddisfare alcuni bisogni.
Nella fase dell’innamoramento ognuno propone, infatti, inconsapevolmente, un’immagine ideale di sé che attrarrà il partner-illusione – nella misura in cui questa corrisponde alla soluzione di antichi bisogni profondi.Il rischio è quello che si imponga l’immagine di un partner immaginario a scapito di quello reale.
A qualunque stadio del ciclo vitale la coppia si trovi, può essere aiutata da un terapeuta a cambiare il contratto relazionale che li aveva portati all’incastro . In altri termini potrà essere ri-impostato un “secondo contratto”, in base alle preferenze, competenze e risorse di ciascun partner e ciò può richiedere anche lo sviluppo di competenze completamente nuove.
Le coppie, in terapia, vengono aiutate a costruire nuove capacità interattive, che favoriscono tra i partner la possibilità di trovare nuove e più funzionali modalità di ascolto reciproco e di espressione dei bisogni personali, per poter essere in grado, per quanto riguarda il proprio futuro, di fare scelte più mature.
L’approccio si focalizza sulla risoluzione del problema e sulla crescita della coppia, attraverso la rielaborazione, che è una tecnica utilizzata per trasformare il significato di un comportamento sintomatico da negativo a positivo, e per spingere la coppia a considerare il problema non come fatto individuale ma come inerente al rapporto.
Il terapeuta attiverà un processo rinarrativo di tessitura di una nuova trama, dove rinarrare non si riferisce ad inventare, ma recuperare e riappropriarsi, per entrare in una dimensione dinamica, in cui il presente si connette al passato e la storia della coppia si integra con quella degli individui.
La terapia non va intesa come intervento per salvare il matrimonio, questo non è possibile saperlo prima e deciderlo all’inizio, poiché l’intervento ha lo scopo di far emergere le motivazioni interne di ogni individuo, aiutando la persona ad analizzare e riconoscere il proprio ruolo all’ interno della coppia.
“Chi non può vivere senza una determinata persona per lo più non può vivere neanche con lei”
Watzlawick